Palermo, la giungla delle case di riposo

Anziani maltrattati nelle case di riposo

“Ti prendo a bastonate, ti ammazzo a legnate”: queste le parole degli inservienti della casa di riposo “I nonnini di Enza”, nel centro di Palermo. Due giorni fa il blitz della Guardia di Finanza ha portato all’arresto di quattro persone. Ma il caso della casa di riposo “lager” ha gettato luce sull’abusivismo in ambito assistenziale, un problema sempre più complesso da affrontare.

Un problema di ambiguità: i due albi

Nell’aprire una struttura di assistenza per anziani ci sono due scelte: la registrazione all’albo regionale, che permette il lavoro con il pubblico, e quello comunale, per chi vuole ospitare privati. Spesso, però, chi si è iscritto alla Regione inizia ad ospitare privati pur non avendone diritto, oppure le associazioni iscritte al Comune iniziano le proprie attività senza aspettare il via di chi si occupa dei controlli.

Questo causa delle criticità anche per quanto riguarda le verifiche stesse: le comunità alloggio gestite dalla Regione vengono controllate dal settore Attività Sociali, mentre le associazioni comunali dalla Suap (attraverso la polizia municipale).

L’associazione “I nonnini di Enza” era iscritta all’albo regionale da due anni ma non aveva ancora ricevuto i permessi dal Comune per lavorare con i privati. Mancavano “assicurazione, contratti di lavoro, piano educativo di gestione”, come ha spiegato l’assessore alla cittadinanza solidale Giuseppe Mattina al Giornale di Sicilia. Eppure la sua presenza sul territorio era molto pubblicizzata. 

Quante sono davvero le case di riposo

Il dubbio sulla quantità di abusivismo, inoltre, si acuisce pensando al numero di potenziali ospiti di questo genere di case di riposo. Se gli over 65 a Palermo sono più di 137mila, infatti, sembra strano che le strutture assistenziali siano appena 300, per un totale di circa 3200 posti letto. In merito, l’assessore Mattina ha dichiarato: “Il problema non è stabilire quante strutture servono, a volte è proprio capire quante sono”.

Lo dimostra il caso di una bomba inesplosa trovata a fine estate 2020, e la conseguente evacuazione della zona per il disinnesco. Secondo i dati dei tecnici ci sarebbero state tre case di riposo in zona, ma ne sono poi state trovate almeno altre due.

Il mea culpa dell’amministrazione locale: nessun controllo sulle case di riposo

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