Raccolta firme per Morishita Gyosho: ha marciato contro i missili a Comiso

pagoda pace
  • Morishita Gyosho, monaco buddhista di 77 anni che vive a Comiso dal 1995, è gravemente malato e non può accedere alle cure necessarie
  • La popolazione comisana ha creato una raccolta di firme per chiedere al presidente Mattarella di concedergli la cittadinanza italiana
  • Gyosho è stato promotore di numerose marce per la pace tra gli anni ’80 e ’90, e si è sempre opposto alla costruzione della base NATO nel territorio ragusano

Dal Giappone a Comiso. Morishita Gyosho, ex banchiere ormai da decenni monaco buddhista, ha viaggiato a lungo in nome della pace, fino a fermarsi in Sicilia, nel ragusano. Il suo lungo viaggio ha segnato il territorio, ed ora i cittadini comisani chiedono a Mattarella di concedergli la cittadinanza italiana per accedere alle cure di cui ha bisogno.

La storia di Morishita Gyosho: la lotta per la pace durante la Guerra Fredda

A trent’anni, nel lontano 1974, Gyosho è arrivato in Inghilterra, dove ha costruito la sua prima pagoda. Erano tempi di grande tensione, e già nel 1980 aveva organizzato una marcia per la pace mondiale, nel corso della quale aveva camminato in Polonia, Svezia, Germania, Francia, e infine l’Italia. Lì ha visitato Torino, Milano e Firenze.

Nel 1982 l’arrivo a Comiso, che ai tempi era al centro delle polemiche per la prospettiva della costruzione di una base NATO (oggi aeroporto “Pio La Torre”). Il 4 aprile 1982 la popolazione della zona aveva sfilato per le campagne e la cittadina in protesta, e tra loro anche il monaco. Per anni, fino al 1990, Morishita Gyosho ha marciato ogni giorno per 25 chilometri intorno alla base.

All’inizio ospitato da dei contadini, Morishita riceve in regalo il pezzo di terra che una volta era usato per il campo dei pacifisti, e lì costruisce con l’aiuto di alcuni amici la “Pagoda della Pace”, unica in Italia, accanto alla quale risiede ancora. Un simbolo di pacifismo tra Europa e Africa, che ancora oggi è visitato ogni giorno da pellegrini e curiosi.

La mobilitazione dei cittadini per la cittadinanza italiana del monaco

Oggi Moroshita Gyosho ha 77 anni e soffre di diversi problemi di salute. Al momento ha un permesso di soggiorno per motivi religiosi che non gli permette di accedere pienamente al Sistema Sanitario Nazionale. Questo perché è finanziato unicamente da donazioni, spesso alimentari, e non ha quindi un reddito riconosciuto.

Per conto del monaco, il cui ruolo per Comiso è stato già riconosciuto con una cittadinanza onoraria nel 2018, è stato richiesta la cittadinanza italiana sulla base dell’articolo 9 della legge 91/1992. Con decreto del presidente della Repubblica, infatti, può essere data la cittadinanza nel caso il soggetto “abbia reso eminenti servizi all’Italia, ovvero quando ricorra un eccezionale interesse dello Stato”.

Si può firmare la petizione e donare a questo link.

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