Lavoro agile pubblica amministrazione: novità

Lavoro agile pubblica amministrazione

Si avvicina il termine ultimo alla proroga per le regole nell’ambito del lavoro agile pubblica amministrazione, ma anche lo smart working per i privati. Se col dl Semplificazioni resterà comunque una relativa semplificazione burocratica, infatti, ci saranno delle variazioni nel metodo in cui dovranno essere dichiarati i numeri dei lavoratori impegnati fuori dall’ufficio.

Novità dal primo settembre, tempo fino a novembre per adeguarsi

Dal primo settembre si tornerà alla vecchia norma di regolamentazione dello smart working, secondo la quale vi dovranno essere accordi individuali con ciascun lavoratore. Questo vuol dire che, a partire da questa data, gli accordi scaduti da rinnovare e quelli ancora da stabilire seguiranno una nuova metodologia. Chi ha già un accordo non dovrà cambiarlo nel frattempo, ma soltanto al concludersi dello stesso.

Cambiano invece gli obblighi di comunicazione. Il dl Semplificazioni, infatti, prevede la comunicazione semplificata dei nominativi dei dipendenti in smart working, che potrà avvenire in modalità cumulativa. In generale, si dovrà utilizzare il portale telematico del Ministero Servizi Lavoro, che prevede l’accesso con Spid o carta d’identità elettronica, ma per gli invii massivi si dovrà ricorrere a un sistema diverso. Da quanto emerge, questo dovrà dialogare direttamente con i sistemi digitali delle imprese.

Un processo che richiederà del tempo di adeguamento, e che perciò concede ai datori di lavoro fino all’1 novembre per l’inserimento di questi dati. Una volta normalizzata la norma, l’accordo di lavoro agile dovrà essere registrato entro 5 giorni, pena una sanzione.

Lavoro agile pubblica amministrazione (e non) per fragili e genitori di minori di 14 anni

Per quanto riguarda invece il lavoro agile pubblica amministrazione e non per coloro che rientrano tra le persone fragili e i genitori di minori di 14 anni, il decreto Aiuti-bis non ha prorogato le precedenti direttive. Questo vuol dire che questa possibilità non verrà reintrodotta, nonostante fosse stata oggetto di diverse richieste.

Un altro fattore da tenere in considerazione, però, che in questo caso va a tutelare i dipendenti, è il fatto che non si potrà più ricorrere allo smart working in modo unilaterale. Questo significa che i datori di lavoro non potranno più costringere i dipendenti a lavorare da casa, ma l’accordo dovrà essere fatto sempre tra le due parti.

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