Prezzo del gas: in Basilicata è pari a zero

Basilicata prezzo del gas azzerato

Mentre impazza la crisi energetica e si fanno i conti con la crescita del prezzo del gas giorno per giorno, c’è una regione che ne ha azzerato il prezzo. Non un bonus, quanto piuttosto un accordo tra Regione Basilicata e le aziende petrolifere presenti sul territorio lucano, il “Texas d’Italia”.

Accordo imprese-Regione, i lucani non pagheranno materia prima

Secondo i dati del Mise, l’anno scorso in Basilicata sono stati estratti 1 miliardo e 79mila metri cubi di gas. Se confrontati con i 3,5 miliardi totali estratti in tutta Italia nel 2021, diventa allora chiaro il ruolo della Basilicata, che si aggiudica di fatto quasi un terzo della produzione del gas italiano. Un dato comunque molto lontano dal fabbisogno effettivo dell’intera penisola (che si stima attorno ai 75 miliardi di metri cubi), ma che da oggi permetterà alla regione di risparmiare sull’energia, in barba alla crisi del resto d’Italia.

Il governo locale, infatti, come riporta il Corriere della Sera, ha deciso di fare un accordo con le aziende presenti sul territorio, in modo tale da azzerare il costo della materia prima, con una riduzione del costo finale sulle bollette di circa il 50%. Una manovra dedicata alle abitazioni civili – solo le prime case – alle quali saranno dedicati i 200 milioni di metri cubi di gas gratuiti all’anno, fino al 2029. Un dono che non ha nulla a che fare con la benevolenza delle aziende, quanto piuttosto con le cosiddette “compensazioni ambientali”, ovvero un supporto a un territorio che deve sopportare i disagi dell’attività estrattiva dei “big” Eni, Total e Shell.

Quale sarà il prezzo del gas sulla bolletta delle famiglie lucane?

Unici costi effettivi in bolletta diventano quindi quelli di trasporto del gas e gli oneri di sistema, che però riducono enormemente le spese finali dei 110.000 nuclei familiari che ne potranno approfittare. Soprattutto in vista dei rincari sul prezzo del gas già avvenuti e previsti per i prossimi mesi.

La differenza con le altre manovre di compensazione è che questo sarà un sistema diretto, per cui non si ricorrerà all’intermediazione della Regione. Lo spiega il presidente della Basilicata Vito Bardi. “In precedenza – continua – [era il governo che] decideva di volta in volta come impiegare tali risorse, con il risultato che i cittadini della Basilicata non hanno mai visto concretamente alcun concreto beneficio”.

Perché la Basilicata ha azzerato il prezzo del gas

Oltre che per una questione di compensazioni dedicate ai cittadini, la manovra della Basilicata ha anche a che fare con la lotta allo spopolamento. La Basilicata, infatti, negli ultimi anni ha vissuto un processo di spopolamento che sembra quasi inesorabile. Attraverso l’azzeramento dei costi del gas, dunque, il governo regionale vuole incentivare nuove famiglie a venire a vivere nella regione.

Spopolamento Basilicata

Prezzo del gas in aumento: ma perché non si estrae più in Italia?

In molti, fin da inizio anno, si chiedono i motivi per cui si sia smesso di estrarre petrolio e gas in particolare in Italia. D’altronde, fino a vent’anni fa la produzione nazionale costituiva il 20% del fabbisogno, mentre oggi viene coperto soltanto il 6,2%.

“Il costo dell’estrazione del gas da un singolo giacimento aumenta nel tempo”, ha spiegato a Repubblica Roberto Bianchini, direttore dell’Osservatorio Climate Finance del Politecnico di Milano. Tant’è che “a volte diventa economicamente svantaggioso proseguire”. Inoltre, non tutti i siti hanno le stesse capacità né è possibile estrarre alla stessa velocità. Insomma, tante variabili che hanno comportanto una riduzione importante dell’estrazione in Italia negli ultimi decenni. In altri casi, la ragione per la scelta di non estrarre erano i potenziali rischi. La Basilicata rappresenta il 34% dell’estrazione da terra, che in totale costituisce il 45% dell’intera produzione attuale. Il resto è in mare.

Eppure, si sta pensando di ricominciare ad estrarre laddove non lo si fa più. Oppure nei nuovi giacimenti. Alcuni si trovano, ad esempio, nel Canale di Sicilia, e potrebbero rappresentare l’80% del nuovo gas estratto in Italia. Si parla, però, di giacimenti che dovrebbero essere aperti nel 2024.

I piani, insomma, erano molti, quantomeno fino a qualche mese fa. Oggi cresce il panico di fronte ai rincari, ma non sembra esserci un piano sicuro riguardante il futuro dell’energia, in particolare quella rinnovabile. Nel frattempo, però, la Basilicata tira un sospiro di sollievo.

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