Grecia, stop sorveglianza economica. Ma a maggio tornata crisi

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Finisce la sorveglianza economica della Grecia da parte dell’Unione Europea. Era iniziata nel 2018, dopo 8 anni di assistenza finanziaria a causa della crisi. Un sospiro di sollievo, se non fosse che a maggio, con l’alzarsi dei prezzi per la guerra, si era tornati a un’inflazione che non si vedeva dal quasi trent’anni.

La crisi del 2009, il percorso della Grecia

La crisi economica greca era iniziata nel 2009, con la rivelazione del governo della reale – disastrosa – condizione delle finanze pubbliche. Il deficit pubblico ai tempi era pari al 14 per cento del Prodotto interno lordo, a differenza delle dichiarazioni precedenti, che parlavano del 6 percento. La falsificazione degli indicatori e la rivelazione dello stato economico effettivo della nazione comportò una crisi di fiducia, con conseguente crescita esponenziale del debito pubblico. A quel punto lo Stato chiese aiuto all’Europa, che nel 2010 tramite la Troika (BCE, Fondo monetario e Commissione Europea) ha fornito 260 miliardi di euro in prestiti. A patto che la spesa pubblica venisse contenuta a favore di un mercato libero, e venissero seguite le regole dell’austerità. Nel 2018, dopo 8 anni, è arrivata l’ultima rata di assistenza ed è iniziato il percorso di sorveglianza economica.

Sorveglianza economica rafforzata, la realtà greca degli ultimi anni

Con la fine dell’assistenza economica, la Grecia ha intrapreso un altro percorso, quello della cosiddetta “sorveglianza economica rafforzata”. Fino ad oggi, infatti, ha dovuto produrre regolarmente resoconti periodici sulla propria economia. Da ora, invece, non sarà più tenuta a farlo, essendo finito il percorso previsto dall’Ue, che è durato appunto 4 anni. “Grazie alla determinazione e alla resilienza della Grecia e del suo popolo – ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen – il Paese può chiudere questo capitolo e guardare al futuro con fiducia”. E ha concluso, rivolgendosi al Paese: “L’Ue sarà sempre al tuo fianco”. Una fase che renderà la Grecia più attraente per gli investitori stranieri, anche se resta una realtà abbastanza controversa: il debito greco corrisponde infatti al 180% del Pil. Nel frattempo, se la disoccupazione è scesa, quella giovanile è ancora sopra il 30%, e il salario minimo resta ancora uno dei più bassi d’Europa.

La crisi oggi, inflazione mai vista dal 1995

Preoccupa anche il fatto che oggi la Grecia, come buona parte del resto del mondo, sta nuovamente vivendo un periodo di crisi. In questo caso dovuta prima al covid, poi alla guerra tra Russia e Ucraina. Nello specifico, a maggio si è registrata un’inflazione che non si vedeva dal 1995, da quasi trent’anni. Con conseguenti difficoltà per la popolazione locale, che non riesce ad affrontare la crescita dei prezzi dell’energia così come degli altri beni primari.