Tipi di startup, quali sono: guida e lista dei casi

tipi di startup

Le startup nel linguaggio comune sembrano tutte corrispondere allo stesso tipo di impresa: qualcosa di innovativo, possibilmente un’impresa di servizi oppure che produce qualcosa di mai visto prima, sicuramente legata al digitale. Non tutte le startup, però, sono così: anzi. Vediamo allora insieme quali siano i tipi di startup più comuni, ed anche alcuni casi celebri.

Quali sono i diversi tipi di startup

Quando uno sa già cosa è una startup, quali sono i suoi principali problemi ma anche le sue possibilità, sa già molto. Se le startup hanno tendenzialmente delle caratteristiche simili che le rendono un genere d’impresa particolare, però, i tipi di startup possono essere diversi.

Steve Blank è un imprenditore americano che nella sua carriera ne ha conosciute di diverso genere, ed ha deciso di dividerle in 6 sotto gruppi, ovvero i tipi di startup che andremo a vedere.

Startup scalabili, il sogno un po’ di tutti

Se non la più famosa, è quantomeno quella che tutti vorrebbero. Ma cosa è una startup scalabile, o scaleup? Si tratta di quel genere di impresa innovativa che ha una crescita molto forte, quasi repentina, e raggiunge obiettivi di rilievo in poco tempo. Questo genere di società hanno come obiettivo quello di ripagare nel minor tempo possibile l’investimento dei finanziatori.

In quasi tutti i casi, una startup diventa scaleup in una fase successiva, quella della “growth”. Insomma, non lo è fin dalla nascita, e questa evoluzione di un’impresa innovativa non è mai davvero prevedibile.

Bisogna però dire che molto spesso chi desidera trasformare in questo modo la propria startup lo fa in modo volontario e attraverso delle strategie d’impresa avanzate. Si tratta di startupper ambiziosi, che attirano appositamente investimenti ad alto rischio e puntano al momento in cui la loro azienda sarà quotata in Borsa oppure acquisita da qualche big con grandi profitti.

Tipi di startup “acquistabili”, obiettivo acquisizione

Proprio in coda a questo genere di startup è giusto nominare le cosiddette “Buyable startup”, ovvero quelle società che nascono proprio per inserirsi in un contesto di servizi già in parte esistente, fornendo qualcosa di nuovo che, però, potrebbe interessare a delle grandi imprese.

L’idea è, quindi, quella di diventare tanto appetibili da essere poi acquisite attraverso investimenti più grandi. L’unico problema che potrebbe insorgere è il fatto che si potrebbe vendere a meno di quanto varrà la startup col tempo.

Small-Business startup, ovvero le piccole imprese

Si tratta del tipo di startup più vicino al nostro concetto di piccole imprese, se non addirittura aziende a conduzione familiare. Nascono sulla base dell’idea di una singola persona, che decide di investire il proprio capitale o quello derivato da prestiti di persone vicine o banche in un’idea.

Questi tipi di startup, ovvero le piccole imprese, seppur capaci di raggiungere discreti obiettivi, in genere restano poco redditizi proprio perché si mantengono nell’ambito locale e tendono a voler “sfamare” lo startupper e la sua famiglia.

Quando la startup è una grande impresa, come sopravvivere

A volte, però, il processo di sviluppo di una startup è quello opposto a quanto si crederebbe. Il ciclo di vita di una grande società è finito, ad esempio, e perché sopravviva bisogna fare qualcosa di nuovo. E allora tra i tipi di startup più comuni c’è anche quello costituito dalle grandi imprese che si ripensano e innovano attraverso nuovi modelli di business.

Social startup… Anche dette società benefit?

Un altro dei sei tipi di startup identificati da Blank è quello della “social startup”. Si tratta di un tipo di compagnia che nasce con l’obiettivo di cambiare il mondo. Somiglia di fatto molto al concetto italiano di società benefit.

Dal punto di vista più finanziario e legale, si tratta di dei tipi di startup che possono avere lo scopo di lucro o meno, oppure una forma di ibridità. In generale, la loro ragion d’essere è perseguire un obiettivo che faccia guadagnare qualcosa non soltanto a chi ha creato l’impresa, ma soprattutto alla società, al territorio, alle persone.

I tipi di startup per quelli che lavorano per passione: Lifestyle startup

Infine, ci sono degli startupper che decidono di optare per uno dei tipi di startup più interessanti, ovvero quello “lifestyle“. Di fatto sono persone che creano impresa per passione più che per profitto, e che perciò all’interno del proprio lavoro vivono bene e lo vedono come un’occasione per fare la vita che desiderano senza dover dar conto a nessuno.

Esempi di startup per ogni tipo

  1. Startup scalabile: Revolut, startup fintech che si occupa di scambio e trasferimento di fondi in 25 valute diverse senza tasse.
  2. Buyable startup: il caso più famoso è quello di Instagram e WhatsApp, due aziende che hanno creato dei social network ed app che sono stati poi acquistati dal colosso Facebook (oggi Meta).
  3. Small-business startup: in realtà si tratta di aziende che molto spesso hanno dei confini molto sottili tra quello di piccola impresa e startup. In generale, possiamo considerare questi tipi di startup come quelle piccole aziende locali che offrono prodotti relativamente innovativi e ben marketizzati ma non sembrano interessate alla “scalata”.
  4. Offshoot o Large-Business startup: si tratta di quelle imprese che nascono da aziende già avviate e di un certo successo. Quando queste decidono di iniziare un’altra avventura proponendo nuovi prodotti, potrebbero decidere di farlo attraverso le cosiddette “offshoot startup”. Per questo motivo un buon esempio di large-business startup è sempre quello di aziende che nascono come “braccia” di qualcosa di più grande.
  5. Social startup: imprese come Lush – che si dichiara un’azienda etica sia nei prodotti che in come vengono fatti – ma anche altre compagnie che si occupano più direttamente dell’impatto sociale delle proprie azioni.
  6. Lifestyle startup: casi in cui l’impresa nasce da un hobby, come può essere tenere un blog, fotografare, scrivere e così via. In tal senso, può essere considerata una lifestyle startupper anche Chiara Ferragni. Proprio l’influencer che oggi fatturerebbe 12,9 milioni l’anno.